Stavo partecipando attivamente ad una discussione nata sulle varie considerazioni sull'adolescenza odierna.
Ora non perché io ho superato alla grande questa mia fase tempo addietro ma non mi sento di giudicare in toto tutti gli adolescenti di oggi. Cambiando il mondo è cambiato anche il modo di vivere e soprattutto di crescere, anche la nostra è stata del tutto diversa da quella dei nostri genitori di adolescenza. Tutto è cambiato, io ricordo che per farmi accettare da un gruppo dovevo indossare una determinata griffe se no non ne facevo parte, dovevo avere il cellulare all'ultima moda quello più costoso se non volevo essere tagliata fuori, ma poi non riuscendo e non sentendomi libera di essere me stessa tra questi ho optato semplicemente per altro. Ecco ancora oggi sotto alcuni aspetti è così e non è cambiato nulla, ma sotto altri non riesco veramente a trovare parole che riescano ad esprimere quali siano questi altri aspetti. Adesso tutto è diventato tranne che un processo di formazione del proprio "IO". Più dell'io qui si parla di gruppi, di masse di adolescenti allo sbaraglio senza alcuna guida (e ci tengo a precisare che sono loro a volerle rifiutare queste figure, quali genitori, amici, parenti, dottori, guide spirituali, ecc. ), giovani che non hanno né arte né parte, ma solo odio e rabbia repressa verso un mondo che cerca di accoglierli e che loro rifiutano a priori. Si parla di "vittimismo" , ma non capiscono che sono stesso loro ad essere vittime e carnefici di un sistema, di un mondo, di una realtà che li ha resi tali; per non parlare poi delle "mode" o "stili di vita" che seguono solo perché devono essere seguite. Anche io avevo un mio stile di vita, non apprezzato e sempre giudicato male, ero una pUnk, avevo i capelli di diversi colori e rasati su di un lato, indossavo gonne sopra pantaloni strappati, indossavo borchie, piercing, partecipavo attivamente a manifestazioni per i diritti degli studenti e non solo, bevevo alcolici, fumavo marijuana e ciononostante frequentavo l'azione cattolica giovani, questa è stata la mia perdizione, il mio smarrimento adolescenziale. Grazie a questi miei due percorsi paralleli sono riuscita ad emergere dalla fase adolescenziale per raggiungere la maturità, ovviamente vi chiederete ma come cavolo avrò fatto? La risposta è semplice a quell'età non sappiamo se ci piace il bianco o il nero quindi io ho assaggiato entrambi e da entrambi ne ho tratto solo vantaggio di crescita. Ho imparato tanto dai miei errori, ho imparato e continuo ad imparare. Quello che voglio dire è che la fase adolescenziale non cambia di epoca in epoca resterà sempre un periodo di continuo conflitto interiore ed esteriore, resterà sempre un'incazzatura senza motivo,quindi vivetela a pieno che poi crescete...
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